Roberta Rabotti

Roberta Rabotti — 17 marzo 2021

Incontro con Hélène, il nostro ingegnere industriale

Per chi si trova agli ultimi anni di liceo sta arrivando un momento speciale: quello della scelta universitaria. C’è chi sa da tempo che facoltà vuole frequentare, chi magari ha già scelto anche l’ateneo… e chi invece è un po’ confuso sul da farsi.
Oggi condividiamo con voi l’esperienza di Hélène, che ha 28 anni e che è l’ingegnere responsabile della parte hardware di NumWorks. Speriamo che il racconto del suo percorso e di quello di cui si occupa possano aiutarvi nella vostra scelta.

Che lavoro volevi fare da piccola?

Da piccola volevo diventare un inventore, ma quando ho compiuto 8 anni ho scoperto cosa fa un designer e per molto tempo, fino al liceo, ho voluto diventare una designer. Era divertente perché non sapevo come si scrivesse la parola “designer”, quindi ogni volta che dovevo scriverla, ciò che scrivevo non significava nulla, ma nella mia mente ero consapevole di cosa volesse dire.

Che ruolo ricopri da NumWorks?

Ingegnere industriale.

In pratica: di che cosa ti occupi?

NumWorks è una realtà giovane, una start-up, quindi ci sono alcune differenze nelle mansioni che ricopro rispetto alla realtà più complesse. Sostanzialmente, ciascun membro della squadra ha delle responsabilità ampie che si estendono oltre la mera esecuzione di un’attività circoscritta. Io mi occupo di trovare i fornitori, penso a come realizzare il prodotto e vado in Cina ogni tanto per andare a trovare i fornitori e l’intera linea di produzione. Tutta questa parte che ho appena citato è la parte di “industrializzazione” del mio lavoro. Allo stesso tempo, ricopro anche il ruolo che in un’azienda più complessa verrebbe svolta da un altro reparto, nello specifico il reparto di progettazione. Per esempio, quando ho iniziato a lavorare da NumWorks, dovevo inserire ogni componente della calcolatrice NumWorks nei modelli 3D che un progettista aveva realizzato per noi. Quest’ultimo compito è più legato all’ingegneria meccanica.

Quindi, alla fine, non sei diventata un designer.

Finita l’università avevo ancora in mente di lavorare nel design, così ho fatto il mio tirocinio in una società di design. Come esperienza mi è piaciuta molto. Tuttavia, questa è stata l’occasione per capire che, anche se mi piace il design, diventare designer non sarebbe stata la mia strada. Infatti, credo che i designer siano le menti creative che stanno dietro a un oggetto e gli ingegneri risolvano principalmente i problemi tecnici, io mi sento più adatta a quest’ultimo ruolo.

Che liceo hai frequentato?

Ho frequentato un liceo scientifico statale.

Eri brava in matematica?

Sì, ero brava. Non ero la migliore della mia classe, ma mi piaceva molto.

Che percorso hai fatto dopo la maturità? Come hai scelto?

Ho frequentato un’università di ingegneria meccanica in Francia, che si chiama Arts et Metiers*. Sapevo di voler frequentare una scuola di ingegneria perché pensavo che mi sarebbe riuscito bene, ma non ero molto sicura di quale fosse esattamente la mia specialità. È stata una scelta che è arrivata passo dopo passo.

C’è attinenza tra quello che fai rispetto al tuo percorso di studi?

Sì, molta in realtà. Sono stata fortunata perché non ci sono molte persone, anche dopo il diploma nella mia scuola, che svolgono tutte le mansioni meccaniche che svolgo io.

Sei soddisfatta? Se tornassi indietro, cambieresti qualcosa?

Non cambierei niente, sono soddisfatta sia della mia scelta universitaria, sia del mio lavoro.

Cosa, o chi ha contribuito maggiormente nella tua scelta?

La mia famiglia. I miei genitori sono entrambi ingegneri, come anche mio fratello. A volte senti dire che fare ingegneria è troppo difficile, ma sapere che i miei genitori e mio fratello l’hanno fatta, mi ha spinto a prendere questa decisione.

Che consiglio dai ai ragazzi che devono scegliere la propria università?

Non ascoltate troppi consigli! A volte le persone che ti danno consigli non ti conoscono veramente. Se avessi ascoltato tutti i consigli che ho ricevuto, non avrei fatto la metà di quello che ho portato a termine. Ciascuno conosce meglio di chiunque altro cosa è giusto per sé.

  • *L’equivalente, per esempio, del Politecnico di Milano in Italia.
Roberta Rabotti
Roberta Rabotti — Responsabile dei rapporti con i professori

Roberta si è laureata all'università Bocconi e si è unita alla squadra NumWorks in febbraio 2020 in qualità di responsabile delle relazioni con i professori italiani. Roberta ama leggere, fare sport e viaggiare… qualche volta ha la testa fra le nuvole, ma quando si parla di calcolatrici ritorna subito tra noi!